Paola Bradamante ( chimico sanitario operante in provincia di Bolzano) esporrà le propie opere
dal 28 marzo al 9 aprile 2014
presso Piccola Galleria, via Dr. Streiter25, Bolzano
orario 10-16/16-19
inaugurazione 28 marzo ore 18:30 presenta Enrico Farina
Dipingere dei fiori o dipingere delle campane richiede notevole abilità pittorica, ma dipingere il profumo dei fiori o il suono delle campane è tutt’altra cosa. Questa, in sintesi, la differenza tra il figurativo e l’astratto. In ambedue i casi si possono realizzare opere di notevole valore oppure opere scadenti. Amare l’arte astratta richiede uno sforzo interpretativo diverso, perché bisogna immergersi, ad occhi chiusi nel mondo dell’indefinibile, dell’inconsistente; in quel mondo incorporeo che genera fluttuazioni mentali, spunti di pensieri, visioni proiettate oltre il piano dell’ovvietà. Emozioni.
E l’emozione è, appunto, ciò che Paola Bradamanate esprime, da anni, nell’ambito artistico.
Dagli spessori consistenti, volumetrici aggressivi, spatolati e plasmati con maestria usando supporti e materiali inconsueti, come abbiamo ammirato in altre sue narrazioni pittoriche, si cimenta, in questa mostra, con una nuova esperienza. Un’esperienza interessante, coraggiosa, quasi minimalista considerando la povertà e l’essenzialità dei materiali.
“Papel mojado”, in lingua spagnola; “carta bagnata” in lingua italiana.
Semplice, ma direi di più: geniale.
Carte che contengono già un loro pigmento e che, una volta bagnate, lo lasciano defluire.
La capacità di Paola consiste nel saper “pilotare” artisticamente questo processo, manipolando le delicate fibre con le mani, con spatole o altri supporti. La carta bagnata mescolata con adesivi prende vita, il colore si scioglie imprimendosi con forza tra pieghe volute e ricercate, sbiadendosi dal tridimensionale in arcane superfici bidimensionali dando origine, così, ad una dialettica eterea ed avvolgente. Pulsante.
Ma non è una questione di pura tecnica o di pregevole manualità, non è creare un ammasso di forme e colori fini a sé stessi ma, al contrario, ricercare un’interpretazione personale al linguaggio silente delle forme, degli accostamenti cromatici o, ancora più intrigante, la ricerca espressiva e delicata insita in una tavolozza estremamente parca ed esasperata fino a sfiorare il monocromatismo.
Esplosivo il gioco dei contrasti, sia nelle forme sgretolate e disarticolate che nei colori con predominanza di sfondi chiari o, al contrario, decisamente scuri seguendo d’impeto l’umore sereno o cupo dell’attimo in cui l’artista sfoga la sua personalità. Il bianco e il nero supportano le altre tinte interagendole e valorizzandole. Ogni opera ha una sua nota di partenza, un “la” musicale o, con un paragone biologico un po’ azzardato, un piccolo pesce pilota che guida l’osservatore nello scrutare l’interazione tra i giochi plasmati sulla tela o direttamente sui supporti di vetro.
Giochi di trasparenze che lasciano in sospeso l’analisi dando l’opportunità di immergersi nei meandri di un groviglio voluto di forme ramificate che sembrano voler uscire dal piano della tela per gridare verticalmente la loro forza espressiva.
Visioni spaziali, in senso reale, visioni che richiamano immagini satellitari di una natura invisibile ad altezza umana o, in antitesi, visioni microscopiche ed altrettanto invisibili come le cellule vive o statiche di cristalli sezionati e levigati.
L’arte di Paola va assorbita lentamente lasciando che lo sguardo penetri profondamente nell’immagine che ti osserva e si propone per essere interpretata. Così puoi trovarti nel vortice caotico di un vulcano o al centro di una galassia o tra le dune imbiancate di un deserto rovente, oppure tra le venature capillari di una foglia come tra la tenera ed umida bambagia di inconsistenti nuvole azzurre.
Come riesca Paola a trasmettere questi input cerebrali è il suo mistero, anzi è la sua arte.
Perché l’arte di Paola è esattamente il suo specchio. Immagine turbolenta di una personalità viva, esuberante, spesso caotica ma ricca di germogli emozionali in perenne espansione.
ENRICO FARINA
About Fabrizio Demattè
Consigliere dell'Ordine Trentino Alto Adige dal 2009, referente per la formazione ECM, già referente per il GdL REACH/CLP, RTD. https://www.chimicodematte.net/
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