Fonte http://www.greenme.it

Convertire l’anidride carbonica in un biocarburante. Sembra impossibile e, invece, è quello che sono riusciti a fare gli scienziati della University of Georgia grazie ad un microrganismo, il furiosus Pyrococcus, in grado di assorbire la CO2 e convertirla in combustibile.

Fondamentalmente, quello che abbiamo fatto è creare un microrganismo che fa con l’anidride carbonica esattamente quello che fanno le piante, ossia assorbire e generare qualcosa di utile“, ha spiegato Michael Adams, membro del Bioenergy Systems Research Institute della UGA e co-autore di un nuovo studio che spiega nel dettaglio l’utilità del P. furiosus. Durante il processo di fotosintesi, le piante utilizzano la luce solare per trasformare l’acqua e la CO2 in energie ricche di zuccheri, che le piante utilizzano per l’energia, proprio come gli esseri umani bruciano calorie dal cibo.

Adams-Michael-WW

Questi zuccheri possono anche essere fermentati in biocarburanti come l’etanolo, ma, una volta bloccati all’interno di pareti cellulari complesse della pianta, la loro estrazione fino a oggi si è rivelata particolarmente difficile. Ora questo processo è reso possibile proprio dal Pyrococcus furiosus, un cosiddetto “estremofilo”, ovvero che vive anche in condizioni estreme.

Si nutre di carboidrati in acque di mare molto calde, soprattutto in prossimità di bocche idrotermali. Modificando il suo materiale genetico, Adams e i suoi colleghi hanno creato un nuovo tipo di P. furiosus che, al contrario, ama temperature più fresche e si nutre di CO2. “La scoperta dimostra che siamo in grado di rimuovere le piante dal loro ruolo di intermediario. Ciò significa che possiamo prendere l’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera e trasformarla in prodotti utili come combustibili e prodotti chimici, senza dover passare attraverso il processo inefficiente di coltivazione di piante ed estrazione di zuccheri dalle biomassa“, conclude il ricercatore.

Roberta Ragni

 

 

Pyrococcus furiosus

Fonte TGCOM http://www.tgcom24.mediaset.it

Il combustibile eco si fa col microrganismo Ogm

Copiando il meccanismo della fotosintesi si produce energia dall’anidride carbonica

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E’ stato sviluppato un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire l’anidride carbonica in un combustibile ecologico. La ricerca è stata condotta presso la University of Georgia e pubblicata suProceedings of National Academies of Sciences.

Il processo – Il team di ricercatori ha sviluppato una metodologia per selezionare la CO2 presente nell’atmosfera e trasformarlo in prodotti industriali, tra cui il carburante. Il metodo segue il percorso della fotosintesi attraverso cui le piante utilizzano la luce solare, per trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, e se ne servono per produrre energia. I ricercatori hanno creato un microrganismo, manipolando il materiale genetico, per imitare il processo. Per lo studio sono partiti dal Pyrococcus furiosus un microrganismo che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell’oceano vicine a sfiati geotermici:Biomasse, adieu – Gli scienziati hanno poi modificato il microrganismo in modo che potesse alimentarsi a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel microrganismo e integrato la CO2 con l’acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica industriale usata per fare acrilici e altri prodotti.
Michael Adams, a capo della ricerca, ha spiegato: “Grazie alla scoperta siamo in grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi ricavati da biomasse altrimenti utili per l’alimentazione, come la coltivazione delle piante e l’estrazione degli zuccheri”. Oltre alla produzione di prodotti industriali, altre manipolazioni genetiche potrebbero consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili.

I limiti – Tuttavia il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. Infatti, i ricercatori hanno utilizzato l’idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas naturale, un combustibile fossile. Adams ha aggiunto: “Nella ricerca a lungo termine ci auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come da alghe fotosintetiche o rifiuti dei prodotti di fermentazione”. In ogni caso, il combustibile prodotto con il Pyrococcus furiosus è a zero emissioni perché quando brucia rilascia la stessa quantità di CO2 utilizzata per crearlo e ciò lo rende più pulito di benzina, petrolio e carbone.

Demattè Fabrizio

About Fabrizio Demattè

Consigliere dell'Ordine Trentino Alto Adige dal 2009, referente per la formazione ECM, già referente per il GdL REACH/CLP, RTD. https://www.chimicodematte.net/