[ IL CASO] «Chi sa fa, chi non sa insegna e chi non sa fare e non sa insegnare detta le norme», questo il caustico commento del presidente dei chimici italiani Armando Zingales alla notizia che il Consiglio dei Ministri sta approvando le nuove classi di concorso per l’insegnamento della materia. E’ da molto tempo che la categoria conduce una battaglia di ampia portata per il riconoscimento della propria qualifica professionale in cattedra, “eppure – sostiene Zingales – ancora una volta si concentra l’attenzione solo agli aspetti meramente gestionali e finanziari della scuola, consentendo l’intercambiabilità di professori con lauree e competenze molto diverse». Troppo facile ed immediato sostenere la pratica della “chimica ai chimici?” privilegiando, nella definizione degli indirizzi delle classi di concorso, il fattore della preparazione specifica? Domande retoriche da cui il Consiglio Nazionale dei Chimici trae riflessioni amare: «A chi governa il nostro Paese gli effetti sull’efficacia dell’insegnamento interessano poco, l’importante è che sulla carta sia tutto a posto al minor costo». Inoltre: «Immaginare che discipline scientifiche come la chimica possano essere insegnate da chi ne ha una limitata conoscenza è culturalmente criminale».LAVOROEPROFESSI
Chimici contro il governo sull’insegnamento
(01 febbraio 2016) Fonte: la Repubblica
About Fabrizio Demattè
Consigliere dell'Ordine Trentino Alto Adige dal 2009, referente per la formazione ECM, già referente per il GdL REACH/CLP, RTD. https://www.chimicodematte.net/
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